L’oro è un metallo che scatena passioni fin dall’antichità. Rara e immutabile, è un simbolo di ricchezza, causa di eventi importanti della nostra storia come la colonizzazione dell’America Latina alla ricerca dell’El Dorado o del selvaggio West americano durante la corsa all’oro.
Non è il termine “oro nero” usato per indicare la scarsità e il prezzo del petrolio? Un’oncia d’oro pesa solo 31 grammi circa eppure viene scambiata sui mercati a circa 1.000 euro.
Un mercato atipico
L’oro ha una particolarità, le sue riserve sono basse e la maggior parte di esse sono già state estratte. Si stima infatti che dall’antichità siano già state estratte dal terreno circa 145.000 tonnellate, ma ne sono rimaste solo 120.000 (25.000 tonnellate sono andate perdute)
Le riserve sono stimate a circa 50.000 tonnellate, ma stanno diminuendo rapidamente a causa di una produzione annua di circa 2.500 tonnellate. Due terzi dell’offerta è costituita da questa nuova produzione, mentre un terzo è costituito dal riciclaggio (principalmente la rifusione di gioielli).
Per capire il mercato dell’oro, è anche necessario capire chi sono i diversi potenziali acquirenti. In primo luogo, ci sono orafi e gioiellieri, che rappresentano più di due terzi dei volumi di acquisto, seguiti dall’elettronica (dove questo metallo è apprezzato per la sua conducibilità e l’acciaio inossidabile) e dai privati (soprattutto in paesi ad alta inflazione come l’India) al 15% ciascuno.
Infine, le banche centrali detengono quasi 30.000 tonnellate d’oro in riserva, ovvero un quarto dell’oro disponibile. Alcuni hanno teso a ridurre le loro scorte per far fronte alla crisi finanziaria, mentre altri (come la Cina) hanno visto un aumento del 60% delle loro riserve auree dal 2009 a scapito, ad esempio, del dollaro.
Carta oro e oro fisico
Ci sono due metodi di investimento nell’oro, ognuno con i suoi vantaggi, svantaggi e molte varianti. L’oro “cartaceo” comprende tutti i veicoli di investimento dematerializzati, come i contratti future su oro emessi dalle borse dei metalli, gli ETF (tracker garantiti da banche) e i certificati che replicano la performance dei metalli preziosi.
Si tratta di strumenti speculativi che permettono di giocare sull’aumento o sulla caduta dell’oro, proprio come investire in titoli minerari (produttori di oro). Un semplice conto titoli presso un broker è sufficiente per effettuare questi investimenti con uno scopo piuttosto speculativo, l’utilizzo di CFD con un broker generalista permetterà anche di utilizzare un effetto leva.
D’altra parte, in caso di una grave crisi finanziaria, di portata maggiore di quella del 2007, permane il rischio di default della controparte che ha venduto il prodotto e deve garantirne il valore. Per questo motivo la detenzione di oro fisico, lingotti, monete o gioielli ha recentemente guadagnato popolarità, alimentata dalla sfiducia degli intermediari finanziari.
Anche l’oro fisico non è privo di rischi, le truffe sono numerose e lo stoccaggio sicuro è un vero problema, è meglio avere una cassaforte solida. Inoltre, a causa della minore liquidità, la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita è molto maggiore. Infine, su monete o gioielli, ad esempio, il valore sentimentale viene aggiunto al valore intrinseco (il peso in oro), il che può complicare la stima del prezzo.
Oro alla ricerca di un secondo vento sui mercati
L’oro è un bene anticiclico, un rifugio sicuro al quale gli investitori si rivolgono quando le condizioni di mercato si complicano. Ma questa non è l’unica caratteristica, ma ha anche una forte tendenza ad apprezzarsi quando il dollaro USA si indebolisce, come ha fatto tra il 2002 e il 2012.
La parità EUR/USD è passata da 0,90 a 1,40 durante questo periodo, mentre il prezzo dell’oro è quintuplicato da 300 dollari per oncia a oltre 1.500 dollari.
Tuttavia, dopo aver raggiunto il suo picco nel 2012, il metallo giallo ha iniziato a diminuire grazie al miglioramento delle condizioni economiche e alla prospettiva di un futuro aumento dei tassi negli Stati Uniti. Questo ha raffreddato gli investitori di metalli preziosi, in quanto l’oro, come l’argento o il palladio, non sopporta i tassi di interesse e non è quindi lo strumento migliore da tenere quando l’inflazione è bassa o pari a zero e i tassi aumentano.
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