Questa è la trentesima volta che il rapporto CyclOpe è stato pubblicato, questa volta da Philippe Chalmin, attuale direttore del gruppo, in particolare con Les Échos. Secondo questa pubblicazione, il mercato delle materie prime è attualmente a metà albero e questo avrà conseguenze molto più disastrose di quanto si pensiamo
Grim bilancio sui mercati delle materie prime
Per la prima volta da quando CyclOpe ha pubblicato il suo rapporto, i risultati sono piuttosto cupi. Possiamo persino spingerci a dire che si tratta di una grande novità in 30 anni. Il direttore del gruppo ha persino menzionato il suo stupore, affermando che, oggettivamente, non si aspettava un tale “collasso” per l’anno 2015.
Alcuni mercati potrebbero addirittura scendere al livello più basso. Se questo è il caso, questo livello sarà mantenuto per molto tempo. Possono essere coinvolte anche diverse materie prime: energia (gas, carbone o petrolio), metalli e minerali o prodotti agricoli (soprattutto cereali). Poiché la tendenza era già abbastanza cupa nel 2014, è altamente improbabile che la tendenza diventi altamente rialzista…
Quali spiegazioni?
Molto spesso, quando ci sono eventi di mercato negativi, tendiamo a puntare il dito contro la Cina. Questo non è il caso della situazione piuttosto catastrofica delle materie prime. Secondo il direttore di CyclOpe, l’attenzione dovrebbe concentrarsi sui produttori e sulle strategie che hanno messo in atto. In particolare, potremmo guardare le grandi compagnie petrolifere in Arabia Saudita, le compagnie minerarie in Australia o Nuova Zelanda o i giganti lattiero-caseari in Europa.
Risulta che la strategia di incrementare la produzione non ha avuto successo. Questo si traduce solo in “guerre” tra operatori. Peggio ancora peggio, gli impatti si fanno sentire anche al di fuori dei mercati delle materie prime. Le conseguenze si fanno sentire in alcuni paesi, in particolare in Brasile e in Africa, dove i paesi hanno registrato una crescita significativa, contando sulle materie prime. Oggi si trovano in una situazione delicata.
attrattiva per gli investitori
Di fronte a questi vari eventi, gli investitori sono sempre più riluttanti. Nessuno vuole fare altri investimenti. In ogni caso, i produttori sono obbligati a portare a termine i vari progetti in corso, in particolare i progetti petroliferi e minerari, nonostante una situazione complessiva non particolarmente incoraggiante. Ma una cosa è certa: ci saranno senza dubbio tensioni nel campo delle materie prime entro 5-10 anni.